Le sorprese di Pasqua

Non solo in Francia e nei paesi scandinavi, ma anche nel Regno Unito è tutto un rifiorire del cattolicesimo, grazie anche ai giovani che tornano a bussare alle porte delle chiese.

 

 

Lo scorso 25 marzo, alla Wembley Arena di Londra, si sono radunati poco meno di 11mila giovani – il massimo consentito dall’Arena, per partecipare a “Flame” una sorta di GMG inglese organizzata dalla Catholic Youth Ministry Federation (CYMFed), servizio di pastorale giovanile promosso dalle diocesi, dagli ordini religiosi e dalle più importanti sigle associative cattoliche di Inghilterra a Galles.

 

 

A detta di molti, questa è stata la più partecipata delle sei edizioni del raduno iniziato nel 2012 e va a modo suo a confermare un recente sondaggio commissionato dalla Bible Society, storica associazione di matrice anglicana per la diffusione della Bibbia nel mondo, realizzato da YouGov e i cui risultati sono stati divulgati pochi giorni fa, con un certo clamore. Nel Regno Unito, infatti, si registra una ripresa della partecipazione alla vita ecclesiale da parte di un po’ tutte le fasce di età. In totale, coloro che hanno detto di essere andati in chiesa almeno una volta al mese sono saliti come percentuale dall’8% al 12% nel giro di soli sei anni. Ma la sorpresa è arrivata dalla fascia fascia d’età tra i 18 e i 24 anni (dal 4% al 16%) e in quella tra i 25 e i 34 anni (dal 4% al 13%).

Per quanto riguarda il peso delle singole denominazioni e Chiese, se nel 2018 gli anglicani costituivano il 41% dei “praticanti”, nel 2024 la loro percentuale è scesa al 34%, con i cattolici passati nel frattempo dal 23% al 31% e i pentecostali passati dal 4% al 10%. Anche qui è il dato giovanile a sorprendere: nella fascia tra i 18 e i 34 anni solo il 20% dei cristiani “praticanti” è anglicano (nel 2018 era il 30%), contro il 41% di cattolici e il 18% di pentecostali. Questo dato ha fatto titolare un quotidiano come il Times «I cattolici superano del doppio gli anglicani tra chi frequenta la chiesa della Generazione Z», mentre all’interno dell’articolo si faceva notare come il cattolicesimo «potrebbe presto superare l’anglicanesimo, diventando la confessione religiosa più numerosa del Paese, per la prima volta dalla Riforma di cinque secoli fa».

 

 

Dall’inizio del millennio sembra esserci stato nel Regno Unito un notevole cambiamento nell’atteggiamento culturale dell’opinione pubblica nei confronti del cristianesimo: si è passati dall’ostilità all’apatia e, oggi, ad una apertura senza particolari pregiudizi nei confronti della fede e delle comunità cristiane. D’altronde, con gran parte della popolazione, in particolare i giovani, alle prese con problemi di salute mentale, solitudine e perdita di significato nella vita, la Chiesa sembra offrire una risposta. Chi va in chiesa, infatti, manifesta una maggiore soddisfazione di vita e migliori connessioni relazionali.

 

 

Come già approfondito in altri nostri articoli sull’argomento, anche la laica Francia appare in controtendenza rispetto ad una certa narrativa che la vorrebbe sempre più scristianizzata. Nella notte di Pasqua di questo 2025 saranno battezzati più di 10.000 adulti (10.384) e più di 7.400 adolescenti dagli 11 ai 17 anni, il risultato più significativo rispetto agli anni precedenti.

La fascia dei 18-25 anni, composta da studenti e “giovani professionisti”, rappresenta ormai il 42% del totale dei catecumeni, superando così la fascia dei 26-40 anni, che finora rappresentava il target storico dei catecumeni adulti.

 

Se la Chiesa francese sta raccogliendo i frutti di un rinnovamento in chiave evangelizzatrice della pastorale, come sottolinea mons. Olivier de Germay, arcivescovo di Lione, adesso ha davanti a sé la “grande sfida” di  come rendere discepoli questo flusso di nuovi battezzati. Non si tratta solo di immaginare delle ricette per “conservarli” dopo il battesimo, ma il dover prendere coscienza della necessità di un nuovo modo di essere comunità con nuovi percorsi pastorali e nuovi stili missionari.