Contro ogni previsione, la Chiesa Cattolica dell’estremo Nord Europa registra nell’ultimo decennio una crescita costante, frutto dell’impegno ad una nuova evangelizzazione.
Protestantesimo luterano, laicismo e secolarismo estremo, hanno caratterizzato e caratterizzano ancora i paesi del Nord Europa rendendolo storicamente un territorio arido per la fede, soprattutto quella cattolica. Ma i numeri che di recente arrivano dalla Chiesa in Scandinavia relativi all’ultimo decennio sono sorprendenti. Se si pensa a quanta fatica si faccia nell’ambito dell’evangelizzazione nel resto d’Europa, la crescita dei fedeli cattolici in Norvegia, Svezia, Danimarca, Islanda e Paesi Baltici non può che essere salutata con entusiasmo.
Secondo i dati diffusi dalla conferenza episcopale scandinava a fine 2024, solo nella Norvegia tra il 1993 e il 2019 i cattolici sono cresciuti del 470% (da 28mila a 160mila), attestandosi nel post-Covid a quasi 250mila fedeli “reali”. In Svezia i numeri sono più contenuti ma comunque ottimi con un +49% di conversioni rispetto agli anni Novanta.
Ma è tutta la Chiesa scandinava nel suo insieme a registrare numeri record rispetto ad una tendenza all’azzeramento che si prospettava fin dalla seconda metà del secolo scorso. Basti pensare che nel 2017 la visita di Papa Francesco in Svezia ha chiamato a raccolta un numero inatteso di fedeli, soprattutto giovanissimi. Negli ultimi dieci anni, circa 100 persone ogni anno si sono convertite al cattolicesimo. Però, mentre nei decenni passati si trattava soprattutto di adulti luterani che diventavano cattolici, ora a convertirsi, chiedendo il battessimo nella Chiesa Cattolica, sono spesso giovani che non provengono affatto da un contesto religioso.