Triduo pasquale: Sabato santo

Rotolata una gran pietra sulla porta del sepolcro, la sigillarono.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 27,60)

Rotolata una gran pietra sulla porta del sepolcro, la sigillarono.

 

 

 

Il silenzio dello sbigottimento e della morte si prolunga nel silenzio di una cavità sulla roccia, sigillata dall’esterno. L’uomo è ritornato alla terra da cui è stato formato. Il vaso deformato dalle mani del peccato attende che il divino vasaio lo riplasmi per tornare ad essere ciò per cui era stato creato: il contenitore di Colui che neanche i cieli dei cieli possono contenere, sua proprietà e sua gloria.

Siamo anche noi come semi nascosti nella terra. Ma ciò che appare in disfacimento e gravido di morte, in realtà sta germogliando. La morte e la vita coesistono nel seme che marcisce. Dalla sua morte esplode la vita.
Facciamo entrare Gesù nel nostro cuore, nelle nostre case, nelle nostre relazioni, e viviamo l’attesa della Pasqua non come un tempo vuoto e di morte, ma come un tempo di fecondità umana e spirituale, un tempo in cui possiamo rinascere ad una nuova vita, ad un nuovo modo di stare nel mondo e di relazionarci con le persone e le cose.
Sarà Pasqua, la nostra vera pasqua, se e quando avremo fatto morire il vecchio seme dell’egoismo e dell’idolatria dell’uomo e del denaro, e avremo fatto germogliare il buon seme del Vangelo che porta il frutto della pace con Dio e con ogni uomo, della carità fraterna e della speranza che non delude.
Gesù morto e risorto faccia esplodere dall’interno del nostro cuore la potenza dell’amore che è più forte di ogni male e della morte.

 

 

Rifletti

La pietra tombale, che vuole mantenere l’uomo nelle tenebre e nella morte eterna, è sigillata dall’esterno.
Chi potrà rotolarla via e liberare la vita?
Dentro il sepolcro, rinchiuso nelle tenebre, con Gesù ci sono anche io.
Con quel Gesù, con cui sono morto in croce, come sprofondato e affogato nell’abisso del mio peccato.
Ma quel Gesù, crocifisso e svuotato di tutto il suo sangue, è Dio, è la Vita che viene nel mondo, la Luce che dissipa le tenebre, la Libertà che spezza le catene.
Mi affido a te Gesù. In questa notte della tua Risurrezione, la notte splendente come il giorno, professerò solennemente e griderò al mondo la mia incondizionata fiducia in te.
Prendimi per mano. Sollevami. Dammi vita.
Che mai mi separi da te.

Oggi, se puoi, continua il digiuno che hai iniziato ieri. Continua a meditare in silenzio su ciò che Gesù vuole fare di te e insieme a te. Questa notte vengono rinnovate le promesse battesimali. Meditale in questa giornata. Ti viene chiesto di rinunciare al male, ad ogni male, all’egoismo, alla seduzione del peccato… e di consegnarti totalmente all’Amore. Determinati a vivere con coscienza, serietà e perseveranza, una vita da risorto. Risorto da Cristo. Risorto per Cristo. Per sempre.

 

 

Da un’antica «Omelia sul Sabato santo»

Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Egli vuole scendere a visitare quelli che siedono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione.
Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito». E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà.
Io sono il tuo Dio, che per te sono diventato tuo figlio; che per te e per questi, che da te hanno avuto origine, ora parlo e nella mia potenza ordino a coloro che erano in carcere: Uscite! A coloro che erano nelle tenebre: Siate illuminati! A coloro che erano morti: Risorgete! A te comando: Svegliati, tu che dormi! Infatti non ti ho creato perché rimanessi prigioniero nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui! Tu in me e io in te siamo infatti un’unica e indivisa natura.
Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti. Per te, che sei uscito dal giardino del paradiso terrestre, sono stato tradito in un giardino e dato in mano ai Giudei, e in un giardino sono stato messo in croce. Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato, per te che ti addormentasti nel paradiso e facesti uscire Eva dal tuo fianco. Il mio costato sanò il dolore del tuo fianco. Il mio sonno ti libererà dal sonno dell’inferno. La mia lancia trattenne la lancia che si era rivolta contro di te.
Sorgi, allontaniamoci di qui. Il nemico ti fece uscire dalla terra del paradiso. Io invece non ti rimetto più in quel giardino, ma ti colloco sul trono celeste. Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io, che sono la vita, ti comunico quello che sono. Ho posto dei cherubini che come servi ti custodissero. Ora faccio sì che i cherubini ti adorino quasi come Dio, anche se non sei Dio.
Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».

 

Canto per la meditazione

 

 

Prega

Quella notte Gesù ti hanno posto sulla fredda roccia. Dopo aver coperto quel tuo corpo martoriato, hanno posto un macigno all’entrata della tomba.
In quel momento l’uomo aveva smesso di credere in Dio!
Tu avevi guarito molti lebbrosi, ridato la vista ad un povero cieco, avevi sfamato migliaia di persone, avevi ridato perfino la vita al tuo amico Lazzaro… e ti hanno inchiodato sul legno della croce.
C’erano molte persone che stavano a guardare la tua umana agonia, che ti hanno visto soffrire e portare sulle spalle quel peso sulla via del Calvario. Alla tua morte non solo il cielo si è oscurato, ma anche il cuore di ogni uomo si è riempito del vuoto più assoluto.
Tutti ti hanno abbandonato quel pomeriggio, pochi ti sono stati vicini senza temere.
Cosa è successo nella tomba in quella notte Gesù?
Nessuno lo sa, e nessuno vorrà mai saperlo. Voler spiegare con la nostra mente umana quell’evento è presunzione.
Ma come poteva l’uomo pensare di chiudere in una tomba la Vita? Come è possibile vincere la Luce con le tenebre? Come è possibile voler chiudere tra i confini della fredda roccia l’Infinito Amore?
Tu, Gesù, sei il seme che, piantato per terra, muore e porta frutto. La tua morte ha portato alla nostra salvezza, ha portato alla vittoria della vita sulla morte.
Sei rinato a vita nuova per poter vivere ogni giorno e in ogni momento nel nostro cuore, in ognuno di noi.
La tomba abitata dalle tenebre, con la tua risurrezione è illuminata dalla vita, una luce che da speranza ad ogni uomo.

O Dio eterno e onnipotente, che ci concedi di celebrare il mistero del Figlio tuo Unigenito disceso nelle viscere della terra, fa’ che sepolti con lui nel battesimo, risorgiamo con lui nella gloria della risurrezione. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.